Presentazione
Da dove nasce l’idea. Durante i numerosi anni di Progetto “SuperAbile”, grazie alla collaborazione costante con l’istituzione scolastica e le famiglie, abbiamo avuto modo di rilevare alcuni bisogni relativi al mondo della disabilità e che non riguardano soltanto il singolo individuo ma anche la collettività. La scuola, nella vita di ognuno, svolge una duplice funzione: quella di garantire il massimo apprendimento possibile delle discipline previste dalla scuola dell’obbligo e quella di allenare alla socialità. Di fatto ogni studente ha l’ occasione di sviluppare e allenare strategie relazionali utili alla costruzione della propria identità grazie ai coetanei del gruppo classe e ai nuovi adulti significativi, i docenti, che guidano questa piccola comunità preziosa proprio per il fatto di introdurre gli individui nella società, costituendo un primo ponte di fuori uscita dal nucleo familiare di appartenenza. Ciò che muove noi operatori nel proporre un progetto educativo rivolto alle scuole è la presa di coscienza di un atteggiamento diffuso, tipico dell’età adolescenziale, che molto spesso, all’interno dei gruppi classe crea dinamiche che provocano la mancanza o la carenza di coesione, collaborazione, comprensione e accettazione dell’altro. A nostro avviso, la tendenza degli alunni a mettere in luce positivamente le uguaglianze e le similitudini tra di loro e, al contrario, considerare le differenze qualcosa di minaccioso e da cui distanziarsi risulta dannoso se privo di una guida adulta che sappia incanalare le naturali preoccupazioni dei singoli adolescenti di non trovare il proprio posto all’ interno della comunità scolastica tale da privilegiare l’ elezione spontanea di leader coetanei privi di una morale sociale strutturata volta all’ accettazione delle differenze interindividuali. All’ interno di questo processo, brevemente esposto, la diversità, da concetto che contiene potenzialmente un enorme ricchezza, diventa terreno fertile per attuare isolamento e discriminazione. In qualità di educatori, tutto ciò ci motiva ad agire al fine di educare i ragazzi alla bellezza dell’essere tutti diversi a partire alla valorizzazione delle caratteristiche individuali per arrivare alla scoperta di quanto possiamo dare e ricevere nelle relazioni con gli altri se accettiamo questo presupposto. La nostra sfida è, dunque, quella di dimostrare che le differenze possono generare accrescimento e arricchimento - personale e collettivo - capovolgendo il significato che ne viene solitamente dato nonché includere le specificità di ognuno in un progetto collettivo e condiviso. Lavorando da anni nel mondo della disabilità, rileviamo che l’esigenza di educare la società al diverso è ancora più forte quando la diversità si traduce nel mancato possesso di strategie utili alla comunicazione quotidiana e tipica nei coetanei della corrispettiva età anagrafica. Le cose si complicano se l’ età corrispondente è quella del range dello sviluppo: se tra gli adolescenti una banale caratteristica che rende diverso dall’altro può provocare un atteggiamento escludente, essere a prima vista completamente diverso può diventare davvero problematico. A ciò si aggiungono i pregiudizi, le opinioni e gli atteggiamenti preconcetti che innescano comportamenti di rifiuto, esclusione e isolamento come abbiamo più volte rilevato. Concetti e abilità quali l’inclusione e l’integrazione del “diverso da me” sono tuttavia molto complessi da interiorizzare e da trasformare in azioni concrete nei ragazzi per cui la nostra azione vorrebbe, a partire dalle abilità sociali più basiche ed essenziali, costruire i prerequisiti a fondamento dell’ accettazione generale e globale degli altri. Parliamo nello specifico di semplice conoscenza dell’altro ed empatia nei suoi confronti. Riteniamo, infatti, che sia fondamentale prima di tutto riconoscersi e conoscere l’altro nelle proprie e altrui caratteristiche e specificità e, attraverso lo sguardo e l’ esperienza pratica, scoprirsi tutti uguali, nonostante la propria unicità, di fronte alle norme che regolano e tengono insieme una comunità. Scoprirsi e scoprire. Dare e avere. Arricchire l’altro donando parti di sé e arricchirsi ricevendo parti dell’altro.
- Perché proporre il progetto a scuola.
- Riteniamo fondamentale proporre il presente progetto alle scuole innanzitutto perché è proprio dalla scuola che spesso ci è arrivata una richiesta di intervento. Gli educatori che lavorano con gli utenti del progetto “SuperAbile” sono in contatto con i loro insegnanti e vengono a volte messi al corrente di particolari esigenze e bisogni degli alunni con disabilità nonché della classe nel suo complesso di dinamiche relazionali. Spesso si propongono reciprocamente delle soluzioni che riguardano aspetti prettamente individuali dell’utente/alunno a cui seguono pratiche circolari della loro messa in atto al fine di saggiarne l’ efficacia educativa. Allargando il focus a bisogni più collettivi e relazionali, diventa chiaro come la scuola rappresenti un contesto maggiormente idoneo per un’azione che riguarda il gruppo e non più il singolo. La scuola è il luogo primario in cui gli alunni trascorrono il loro tempo quotidiano e in cui si formano relazioni importanti, è il primo contesto in cui bambini e ragazzi sperimentano realtà diverse dalla famiglia e grazie al quale, attraverso il confronto costante con l’altro, si creano e si scoprono attitudini, interessi, atteggiamenti e passioni differenti in base alle proprie specifiche individualità. In tal senso la scuola è un luogo dove si producono diversità e si riconosce la sua ricchezza nel momento in cui si accetta questo presupposto come principio dal quale nasce il concetto di cultura. E’ proprio per questo che riteniamo che tale progetto possa entrare a far parte della formazione degli alunni con lo scopo di educarli e allenarli al rispetto della diversità, nonché della sua importanza in termini di opportunità.
- METODOLOGIA
- Progetto potenzialmente sartoriale. Il presente progetto è rivolto alle scuole di ogni ordine e grado, consapevoli che determinati bisogni esistano a qualsiasi età, seppur si manifestino in modo differente. Potranno dunque essere realizzati degli interventi personalizzati in base alla specifica fascia di età degli alunni nonché alle diverse esigenze e problematiche del gruppo classe evidenziate dagli insegnanti durante la pratica del loro lavoro quotidiano, fermi restando la struttura globale e l’obiettivo generale del progetto. Il corpo docente, qui menzionato in qualità di porta voce di specifiche criticità relazionali, proprie del gruppo di giovani da loro seguito, sarà coinvolto nella pratica del progetto nelle modalità descritte in seguito. Sperimentare l’ inversione dei ruoli. L’ immagine rappresentativa di una tipica lezione frontale vede il gruppo classe in posizione seduta con l’ attenzione direzionata in un unico punto focale dello spazio dove l’ insegnate è intento ad esporre e trasmettere le sue conoscenze, rivolto al suo giovane pubblico. I tempi formali della scuola e i ritmi che scandiscono la pratica dell’ insegnamento non facilitano la cura della relazione con il gruppo classe che non sia basata sulla trasmissione dei saperi e spesso non esiste colpa addossabile ad alcuno, è il sistema scolastico stesso che lo richiede. Sia i docenti che gli alunni sperimentano ogni anno la fretta dettata dalle tempistiche da rispettare per portare a termine il programma e dalle scadenze entro le quali saggiare la verifica delle conoscenze acquisite tramite prove di verifica scritte o orali. La eventuale volontà da parte del corpo docente di costruire un rapporto con i ragazzi basato su interventi educativi che abbiano a che fare con lo stare al mondo, al di là dello stare in classe, non trova spazi e tempi idonei all’ interno delle aule. Il progetto proposto intende restituire e riconquistare questi spazi e tempi per la cura della relazione e il recupero del piacere di esporsi da parte degli alunni di fronte agli insegnati, i loro adulti di riferimento nell’ambiente scolastico, che possono così osservare e scoprire alcuni aspetti delle giovani personalità che non trovano opportunità di espressione nel contesto-classe connotato da norme di comportamento che mortificano la vitalità di chi le frequenta. Sperimentare l’ inversione dei ruoli alunni-insegnanti, tra chi siede e ascolta e chi in piedi espone se stesso, è un’ opportunità per tutti i partecipanti che potranno in seguito, se lo vorranno, sfruttare le nuove informazioni scambiate durante gli incontri per arricchire il rapporto reciproco in continua evoluzione.
- AZIONI.
- 1. È previsto un incontro preliminare tra gli educatori del progetto “SuperAbile” con il corpo docenti per ascoltare il loro punto di vista in qualità di educatori quotidiani del gruppo di ragazzi e raccogliere informazioni sulle dinamiche relazionali note, in base alle quali verrà calibrato l’ intervento.
- 2. Incontri a cadenza mensile con la classe, target dell’intervento,da effettuarsi entro e non oltre il mese di maggio 2023.
- 3. Utilizzo di metodologie di azione tra le quali si annoverano: cicle-time, role playing, attività ludico-teatrali di gruppo, espressione corporea, riflessione metacognitiva.
- 4. Durante gli incontri con la classe è richiesta la partecipazione attiva dei docenti 5. Attività di valutazione e monitoraggio in itinere sugli effetti a breve e medio termine dell’intervento sugli studenti.
- DESTINATARI -Singole classi di alunni degli Istituti Comprensivi e degli Istituti Superiori della Provincia di Pisa in cui sono presenti soggetti con disabilità. -Docenti
- OBIETTIVO GENERALE
- Educare alla diversità e all’accoglienza, valorizzando le caratteristiche individuali intese come risorsa/potenzialità e non come limite all’interno del gruppo classe.
- OBIETTIVI SPECIFICI - promuovere l’empatia e il riconoscimento dell’altro - migliorare le relazioni all’interno del gruppo classe - promuovere l’educazione all’altruismo, al rispetto, al dialogo, alla solidarietà, alla collaborazione - sviluppare la consapevolezza della diversità come “valore” da vivere e da condividere - promuovere la formazione della persona nel rispetto della propria individualità - promuovere lo sviluppo di abilità sociali - promuovere l’inclusione sociale e scolastica degli alunni diversamente abili.
- SPAZI Classe, palestra/giardino, aula magna
- RISORSE 1 psicologo 1 educatore
- VERIFICA E VALUTAZIONE -Questionario di valutazione preliminare da far compilare ai docenti prima dell’intervento -Scheda di valutazione preliminare da far compilare agli alunni prima dell’intervento, in forma anonima, sulla qualità affettiva attribuita al concetto di gruppo classe -Scheda di valutazione in itinere da far compilare agli alunni, in forma anonima, atta a verificare il riflesso emotivo dell’esperienza vissuta, da somministrare loro al termine di ogni incontro -Scheda di valutazione finale da far compilare agli alunni, in forma anonima, sulla qualità affettiva attribuita al concetto di gruppo classe -Questionario di valutazione finale da far compilare ai docenti dopo l’ intervento - Incontro finale in presenza tra educatori e insegnanti.
- COSTI
- Il presente progetto è offerto dal Servizio SuperAbile